Non sono scappata verso mondi migliori, sono solo più incasinata di prima. La mia vita richiede la mia presenza incessantemente, e io non posso deluderla.
Ricominciamo da dove avevamo lasciato.
La pillow fight.
E’.
Una.
Figata.
Come tutti gli anni, ma io sono uscita di casa disarmata di cuscino perché sembrava che Roma stasse affrontando la stagione dei monsoni, finchè io non sono sbarcata a piazza Santa Maria in Trastevere. Ovvero, quando è uscito (un seppur pallido) sole. Il mio ruolo di soprammobile è stato relegato ad osservare l’uomo fagiolino che se la battagliava con i bimbetti, senza poter reagire!
La mia sister gnocchettosa è sbarcata nella Capitale per qualche giorno di fuoco. Siamo state al concertone. Abbiamo ballato, cantato, urlato per un tempo indefinito. Mentre ci apprestavamo a placare i bollenti spiriti sbattendoci sullo scalino del marciapiede, mi hanno sparato Karma Police, e..for a minute there, I lost myself, I lost myseeeeeelf!
Oggi è la mia giornata della sensibilità. La sister mi ha abbandonata. Ho pianto in stazione prima che salisse sul treno. Mentre saliva. Mentre si allontanava nel corridoio. Mentre partiva. InZomma, la storia si ripete, sempre uguale a se stessa.
E poi ci sono loro che mi rapiscono. Quelli che pinnano come se non ci fosse un domani, che hanno follower che li seguono per strada, che sherano le birre e che mi chiamano MikelAlice quando siamo in diretta in analogico. Quelli che aspettano che io scriva una mia presentazione in 4 righe. Lasciandomi dubbiosa sulla fattibilità dell’accoppiata ‘sensata-senza parolacce’.