La prima volta che sono partita da sola, ho preso un aereo per il Portogallo.
Era settembre.
La sera prima della partenza ero a Santa Maria con Antonio, seduta sulle scale della fontana. Parlavamo piano, e poco.
Mi hai telefonato per chiedermi se potessi raggiungermi, e quando sei arrivato siamo rimasti soli in una piazza gremita.
Fissavamo il campanile, mi hai detto “allora parti”, senza guardarmi.
Ho annuito e siamo rimasti in silenzio per un po’.
– Vabbè Michi, stai facendo tutte stè storie per i saluti, ma parti per una settimana, mica per sempre.
– Ti mancherò tantissimo, anche se non lo ammetterai mai.
A rivederci ora, da qui, milioni di anni luce più tardi, eravamo proprio belli.
Le nostre conversazioni non sono cambiate, e forse in un certo senso neanche noi.
È bello avere dei punti fermi in giro, anche se il circostante è fatto di spazi sempre più dilatati.
Manca poco al mio ritorno e sento un gran disordine dentro.
Ci sono emozioni dappertutto, cose che non sapevo neanche di avere, cose che pensavo di aver dimenticato.
E in tutto questo silenzio confuso, riesco solo a pensare a quella sera a Santa Maria, quando mi dicevi che non sarebbe cambiato nulla, poco prima che cambiasse tutto.
Quanto è tremendamente strana la vita.
Some days are for falling in love with people, some days are for cities, and some for solitude.