So and so

Ho sonno. La televisione non aiuta. Mi sento come se avessi sbattuto la testa contro il muro alla velocità della luce e non mi fossi più ripresa! Quel bimbetto cretino che al piano di sopra pare che stia cavalcando un bue, nonostante il casino che fa, non aiuta. Ho sonno. Mi sento lamentosa, ma non ho facoltà di parola perchè ho l’elettroencefalogramma piatto, e non ho nessuno con cui lamentarmi facendo versi strani e indecifrabili. Devo assolutamente riprendermi in qualche modo. In qualsiasi modo.

Allora, l’ho letto qui e qui. Non so come sia possibile, ma nella fase rem si riescono a fare tante cose, piuttosto che studiare. Provare per credere. Nel caso si trattasse di una mia capacità esclusiva, includetela pure nalla lista delle cose che so, fare.

Allora, iniziamo con i non so. Non so nuotare, e questo è imbarazzante perchè sono nata e cresciuta in un posto di mare, quindi non commentatelo, potrei odiarvi. Non so cucinare. Sono completamente e totalmente negata. A volte mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere fino ad oggi. Non so parlare inglese, francese, spagnolo o tedesco, nonostante nel mio curriculum di studi avrei dovuto studiare tutte queste meravigliose lingue incomprensibili. Ma ho passato gli esami per miracolo o per pietà della corte. Non so dire bugie e trattenere una risata (o uno sbadiglio). Questo non sempre è un bene, ma non ditelo ai bambini. Non so ballare. Neanche i balli di gruppo. Neanche impegnandomi. Non so stirare. Niente. E con niente, intendo niente. Non so fare regali. Non so fingere che vada tutto bene se non va tutto bene. Non so scegliere il prosciutto crudo nel banco degli affettati, oggi ne ho preso uno a caso. Io non lo mangio, non credo che questo meriti di essere preso in considerazione, però vabbè, ammettiamo le colpe in segno di onestà, pace e amore. Non so smettere di mangiare dolci. I dolci devono finire per farmi smettere. Non esistono altri rimedi o soluzioni. Non so dire di no ai venditori ambulanti, quindi compro roba per poi buttarla o regalo spicci come se mi avanzassero.

Occhei. Tiriamoci su di morale. So galleggiare. Con eleganza e disinvoltura. So mangiare con la bocca chiusa, e scusate se è poco! So perdere l’equilibrio stando ferma in piedi e so perdermi guardando i colori del reparto ortofrutta del supermercato. So commuovermi davanti ad un film, mentre leggo un libro, mentre ascolto una canzone. So fissare il Controllore con uno sguardo da stalker assassina. So dare soprannomi e momignoli e sono in grado di dimenticarmi i nomi originali dei soprannominati. So perdere tempo senza sprecare neanche un minuto. So camminare su un tacco 10, anche se questo significa zoppicare. So cos’è un device e so che devo ricordarmelo. So scrivere cose bellissime che i destinatari non leggeranno mai, e so che è perfettamente inutile farlo. So memorizzare dettagli stupidi di ogni situazione, anche la più critica. So che di questo passo non darò l’esame, o almeno non con un minimo dignità. So chiedere scusa, chiedere il permesso per usare il bagno e so dire grazie per una tazza azzurra. Anche se non era prevista. So riconoscere i tuoi passi nel portone e il rumore delle tue chiavi. So che in questo potrei assomigliare al tuo cane. Se tu l’avessi.

Dopo quest’ultima sconvolgente considerazione, mi sono svegliata. Torno a studiare!

16 pensieri su “So and so

  1. Più che le cose che “So e nun zo” dovresti intitolarlo “le cose che non ho voglia di imparare a fare e le stronzate, per me importanti, che mi vengono naturali”….
    Sarà che non riesco a cogliere, o forse non mi è particolarmente congeniale, la poesia che si nasconde dietro tali presunte inabilità, che forse però nascondono una certa inerzia alla vita…
    Mi piace molto questo tuo blog, mi piace molto la tagliente ironia che deriva dalla contrapposizione tra il tuo mondo, il mondo che i figuri e in cui vivi, e il mondo “reale” (se mai qualcuno l’ha conosciuto)…
    Ricorda però che poi la vita vera è altro!!
    Certo però, è vero, questo è il blog di Alice…
    Mi scuso se nell’esprimere le mie idee risulto essere un pò brusco, mi scuso ugualmete se tali idee dovessero risultare disallineate con le tue…
    Saluti

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    • Buona sera a Lei, Signor Guglielmo.
      Credo che nella parola ‘ironia’ ci sia la risposta al suo dubbio amletico riguardante il titolo. E sia ben chiaro, con questo non nego il fatto di essere pigra. Nel mio mondo, come Lei lo ha definito, pigrizia non è sinonimo di incapacità innata. Se mi impegno le cose le faccio, altrimenti dovrei già essere morta ammuffita sul divano. Ritengo che l’importanza attribuita alle cose sia assolutamente soggettiva e in quanto tale, non discutibile. Ripeto, ‘ironia’ è la parola magica.
      Grazie del commento, accetto tutti i punti di vista, dal momento che tollero la libertà di pensiero ed espressione.
      Grazie dei complimenti.
      Peace and love fratello.
      Arrisentirci.

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  2. Che bello questo post, siamo tante ad amare follemente il ferro da stiro, a quanto vedo 🙂 !
    E comunque io al supermercato starei ore a guardare i tipi di pasta, le migliaia di qualità diverse…eh, ognuno ha le sue debolezze!
    A presto!

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    • Perchè vogliamo parlare degli espositori degli shampoo? Tutti quei colori mi fanno letteralmente impazzire!!
      A quanto pare, l’arte dello stiraggio è in via d’estinzione..vabbè pazienza, vorrà dire che gli uomini si stireranno le camicie tirandole per le maniche! 😉

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  3. Boh, io il blog lo vedo come una maniera per crearsi uno spazio di libertà. Il ché non implica disimparare a distinguere fra la realtà del mondo esterno e quella virtuale (salvo in casi patologici). A me il tuo post è piaciuto perché mi ha trasmesso leggerezza. E gli attimi di leggerezza ognuno se li concede come preferisce.

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  4. bene…dopo qualche tempo di latitanza…sono tornata a commentare, ed essendo io ormai una tua assidua lettrice (e ammiratrice) posso permettermi di essere stronza 😀
    quindi…..
    SEI PEGGIO DI MIO PADRE!!! come si fa a nascere al mare e non saper nuotare…ma dico io….urge rimedio!!!
    posso insegnarti a nuotare e a cucinare, per il ferro da stiro mi spiace ma le mie cose passano direttamente dallo stendino al mio corpo senza nemmeno passare dall’armadio (se proprio devo mettere una camicia, rigorosamente con un maglioncino sopra in modo da poter stirare solo colletto e polsini :D)
    il prosciutto crudo non piace nemmeno a me ma sul cotto passo anche diversi minuti per scegliere (con grande odio delle vecchiette in coda dietro di me…)
    però..adoro chi si perde nei dettagli, adoro chi ti fa appassionare a ciò che le piace, adoro il modo in cui scrivi e in cui mi rendi parte del tuo “mondo”
    quindi….continua a dormire 😀 ti fa bene 😉

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    • Allora, innanzitutto ben tornata. MA DOVE ERI FINITA??
      Sappi che sto ancora ridendo per la strigliata!! Comunque accetto volentieri lezioni di cucina e nuoto. Per la storia dello stirare, anch’io uso la tua stessa tecnica, senza però l’uso delle camicie. Non ce l’ho e non le voglio!
      Grazie per i complimenti. Tu sei la mia ricarica di autostima! 🙂 🙂 🙂
      Un bacio grande e cerca di non sparire più!

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  5. Neppure io so nuotare, nè ballare, nè stirare (cioè ci metto almeno due ore a camicia.. Ma poi a che serve stirare..Io le camicie non le ho mica!).
    E poi mica cazzi, il salumiere mi guarda sempre torvo e mi fa “150g di quaaaale prosciutto?” e io gli faccio “scelga lei *sorrisoacinquantaquattrodenti* !”

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